Una tragedia che riaccende i riflettori sul tema delle valanghe e dell’attenzione che deve essere sempre alta quando si frequenta la montagna. Non ce l’ha fatta uno scialpinista 49enne tedesco che ha perso la vita sul ghiacciaio Presena, a causa di un’imponente distacco oltre i 2.500 metri d’altezza che nella mattinata del 17 marzo, verso le ore 11, ha travolto lui ed altri due compagni impegnati nella discesa. L’allarme al numero unico per le emergenze 112 è stato lanciato quasi immediatamente da uno sciatore spagnolo di 23 anni, uscito per sua fortuna illeso dalla terribile tragedia. Immediato l’intervento di due elicotteri e dell’unità cinofila. Non c’è stato nulla da fare per il 49enne, inizialmente dato per disperso, il cui corpo è stato successivamente rinvenuto in arresto cardiaco. Il decesso, come riportato dal Soccorso Alpino e Speleologico provinciale, è stato dichiarato al termine dei tentativi di rianimazione, purtroppo risultati vani. Per gli altri due compagni, un 36enne della provincia di Brescia ed un 51enne tedesco, immediato l’elitrasporto rispettivamente agli ospedali Santa Chiara di Trento e al Santa Maria del Carmine di Rovereto. Il primo al momento è ricoverato in rianimazione, il secondo invece è rimasto ferito in modo più lieve. A coadiuvare l’intervento, trasportati in quota grazie al supporto di un terzo elicottero da lavoro, i soccorritori delle Stazioni di Vermiglio, Pejo, Val di Sole, Alta Val di Non, Campiglio, Rabbi e Val di Non del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino. Come riportato nella nota ufficiale di quest’ultimo, “ricevuto il nulla osta delle autorità per la rimozione della salma, il corpo dell’uomo è stato elitrasportato in piazzola a Vermiglio, mentre il personale di soccorso e due unità cinofile sono rimaste sul posto per proseguire nella bonifica dell’area”.