Martedì 02 Marzo - 12:17

Seconda giornata di udienza per il processo a Marco Manfrini, 50enne di Rovereto accusato di aver ucciso la moglie Eleonora Perraro la notte del 5 settembre 2019. La coppia aveva trascorso la serata e la notte nel giardino del Sesto Grado di Nago-Torbole, anche dopo la chiusura del locale, e al mattino Eleonora era stata trovata morta. Il capo di imputazione a cui deve rispondere il roveretano è omicidio volontario pluriaggravato e la pena che rischia, se l’accusa dovesse essere confermata in dibattimento, è l’ergastolo. Nella sala della Corte d’assise di Trento era assente l’accusato, rappresentato dall’avvocato Elena Cainelli, e assenti anche la mamma e la sorella di Eleonora Perraro, che invece avevano presenziato alla prima udienza. L’udienza si è concentrata sulle parole dei testimoni principali, tra cui il tenente Domenico Catalano dei Carabinieri di Trento, tra i primi a ritrovare il corpo senza vita di Eleonora. Tra le persone chiamate a parlare anche l’allora comandante del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Trento, Andrea Oxilia, alcuni clienti del bar presenti quella sera e i Ris di parma. Molta l’attenzione riservata alla dentiera di Manfrini, sulla quale le perizie avevano rilevano tracce di Dna di Eleonora, la quale era stata trovata priva di vita con segni di percosse, strangolamento e morsi. Dentiera che era stata ritrovata solo in parte sul luogo del delitto, e che era stata recuperata nella sua interezza tra gli effetti personali di Manfrini solo dopo che l’uomo era stato trasferito al carcere di Trento. Il processo ora proseguirà con l’ascolto di tutti i testimoni di accusa e difesa. I familiari di Eleonora si sono costituiti parte civile.